martedì 31 dicembre 2013

di Pinocchi, e bambini e librai

Collodi riportava una espressione che adoro: bazzicava compagni monelli.

Salutiamo il duemilatredici, questo è stato un anno di saluti, eppure, ogni volta che esce un nuovo libro di fiabe, ogni volta che ci si indigna per qualche sgarbo fatto all'Altezza dell'Infanzia, ogni volta che esce qualcosa che parla del potere del narrare, a tutti noi verrebbe da alzare la cornetta e chiamare qualcuno che non ci ricordiamo di aver salutato.
Potete raccontarmi qualsiasi cosa, ma io ho la sensazione che questo nostro compagno monello sia entrato in tutti i volumi di Pinocchio che vengono sfogliati nelle strade del mondo, con quella sua bella convinzione che "se anche la storia è vecchia, il bambino è nuovo", ed ha bisogno di imparare quella libertà, quella forza delle proprie convinzioni, quella capacità di ammettere l'errore, e la possibilità di essere sempre e comunque riconosciuto bambino, persona. Non farò l'elenco dei mille motivi per cui era straordinario, perchè a noi piaceva che fosse testardo come Pinocchio, perché manca il suo ripetere a volte le cose, capace di fare il pari con una rara attitudine all'ascolto. Perché le persone sono persone complete, come Pinocchio, capaci di camminare nel mondo e combinarne di ogni e magari non diventare Vicerè delle Indie, ma andarci vicino, che se ora mi chiedessero chi è il Vicerè delle Indie risponderei certo Roberto.
E così per fine anno Clichy ci fa il gran regalo di questa nuova edizione di Pinocchio, con le tavole straordinarie di Leo Mattioli, un viaggio nella storia dell'arte, tanti sono i riferimenti, dove alla fine ti prendono per mano Fabian Negrin e Giorgia Grilli, cosa che avrebbe deliziato il nostro libraio, per guidarci in un viaggio metafisico, come scrive Livio Sossi, e se poi volete entrare nel mondo di Collodi si tende invece la mano di Carlo Lapucci fra geografie reali, linguistiche e del fantastico.

è bello, iniziare il duemilaquattordici così.
è bello come iniziare con una nuova aurora.
è bello come iniziare con parole guida.
Leggetelo a voi stessi, a qualcuno che amate, a un nuovo bambino.
Troverete un libro salvifico quanto una fiaba, che vi dirà che dovreste "salvarvi da quelli che non hanno fame", ma che nel mondo troverete sempre qualcuno a darvi fiducia, e che per iniziare a vivere davvero non è mai tardi.

Inizia un nuovo anno: leggetelo al vostro 2014, i lettori sono vecchi, hanno qualche segno in più o qualche centimetro in più o in meno, ma l'anno, signori, è nuovo.
Buon anno, a tutti.

domenica 8 dicembre 2013

Ridisegnare il mondo. Bambini e critica sociale.

Continuiamo, testardi e ostinati, a pensare i libri per bambini come luoghi che ospitano la crescita della società, e ci chiediamo: come portare la critica sociale ai bambini?"

C'è un filo rosso che guida i pensieri di chi vi scrive in questo giorni dal
Salon du Livre Jeunesse di Montreuil (Parigi), un filo che si lega in modo indissolubile al nostro lavoro: quel futuro dei bambini, che spesso rimbalziamo in libri, in nuovi media, persino in poesia.
Al Salon du Livre Jeunesse il mio filo rosso univa le lettere di queste parole "Continuiamo, testardi e ostinati, a pensare i libri per bambini come luoghi che ospitano la crescita della società, e ci chiediamo: come portare la critica sociale ai bambini?"
Il filo diviene un punto di domanda, il filo dei pensieri prende la voce di Alain Serres lunedì, lo straordinario autore e editore di Rue du Monde, casa editrice nata con lo scopo di fornire ai bambini "libri per interrogare e immaginare il mondo", e ospite di una parte molto importante de la Fête de l'Humanité a settembre. Alain comincia a parlare, intervistare,  ascoltare. Ha la capacità straordinaria di ascoltare chiunque gli si avvicini. È con un pezzetto di quel filo rosso che comincia: e se ridisegnassimo il mondo? Guarda il pubblico con lo stupore perfetto di chi crede che niente è tutto siano possibili e impossibili allo stesso modo. 
Inizia con parole che prenderei a manifesto, prosegue leggendo proprio un pezzetto del nuovo libro di Daniel Picouly, illustrato da Nathalie Novi, intitolato appunto E se ridisegnassimo il mondo? . Alain ha la stessa voce delle sue interviste, emozionata e ridente e combattiva. Sul nuovo numero di Citruille, il giornale delle librerie indipendenti per ragazzi francesi: 
"Leggere è la grande via di fuga dall'odio e dall'ignoranza, uno stimolo determinante per lo spirito critico di un paese e certamente un fertilizzante ideale per il giardino della nostra fragile umanità". 
Terra giardino, quella di Alain, L'immagine si impiglia negli occhi,  si mischia alle parole di Sébastien Sihr , del sindacato insegnanti francese, giovane, con la voglia di lottare e costruire, con il sano pragmatismo di chi conosce le istituzioni .
"Dobbiamo smettere di percepire la scuola come distante dalla realtà, la scuola è parte della società, i concetti che si imparano a scuola sono quelli che attraversano tutta la società, e nei libri troviamo un supporto per la grande ricchezza di temi che noi insegnanti ci troviamo a affrontare. Nei programmi scolastici a partire dal 2002 sono stati inseriti un numero di testi di letteratura jeunesse, in questo modo alla  letteratura per ragazzi è stato riassegnato il posto importante di contenitore del patrimonio comune." 
Alain Serres in veste di moderatore introduce come la critica sociale venga anche attraverso i giovani autori e illustratori, portatori involontari di modelli differenti da quelli della precedente generazioni,portatori di modelli nuovi, forti, nuovi modelli di famiglia per esempio, e cita E con tango siamo in tre( in italia pubblicato da Junior), curioso osservare come la copertina francese riporti un bollino franco e efficace nel presentare il libro con la seguente scritta "un papà pinguino +un papà pinguino+un piccolo pinguino= 3". Scatta la domanda di Alain Serres(e viene da pensare che ai dibattiti fra esperti finalmente qualcuno non ha paura di fare domande che possano risultare precise o scomode), con lo sguardo limpido Alain chiede cosa sia oggi la laicità, se qualcosa di morto o se qualcosa di davvero vivibile. Sihr sorride, la laicità deve essere un'apertura, non un limite,  a questo punto interviene Jaques Bernardin del Groupe  Français d'Education Nouvelle "I libri sono il luogo che contiene l'esperienza del mondo, i libri devono prendere posizione, essere partigiani, resistenti, devo pensare che un libro
mi parli, che mi sia di supporto, che sia metafora dell'arcaico e al tempo stesso mi permetta di parlare dei problemi: la vera laicità è dare alle generazioni che arrivano la possibilità di costruirsi un punto di vista, anche diverso da quello delle precedenti generazioni. Non possiamo continuare a costruire un mondo di cittadelle protette, un mondo fatto di confini. È un gioco democratico quello che si pone davanti a noi: i bambini sanno fare la differenza, la prima cosa che provano a vedere quando un educatore li coinvolge in laboratori è se questi sono spazi sicuri, e stiamo parlando di veri spazi di libertà, questo è lo scopo, far si che spazi come la classe siano luoghi di vera discussione. Fino a che non capiranno se quello spazio di libertà è sicuro i bambini vi parleranno dicendo che "c'è qualcuno che la pensa così" , senza mai esporsi, siamo noi che dobbiamo creare un luogo sicuro perchè si sentano liberi di affermare il proprio pensiero. "
Alain riprende il nostro filo " Siamo autori, siamo illustratori, editori, tutto questo che dite è quanto ci conferma la responsabilità nel nostro fare" ora si gira verso Zaü, grande illustratore francese, e chiede "Con che delicatezza ti poni di fronte all'infanzia?" . Zaü parla, parla del suo uso del colore per far sì che nel libro si crei quella magia che rende il racconto sul reale ancor più emozionante del reale, di quanto sia importante pensare un libro (molte
delle opere di Za
ü si muovono a metà fra narrazione e divulgazione)  e pensarlo perchè a tutti i bambini arrivi in prodotto qualitativamente alto: questa è un'idea cardine del creare la vera uguaglianza.
Ad ogni livello del nostro incontrare i bambini dovremmo essere pedagogisti attivi e creativi , capaci di una lettura dell'attualità con una prospettiva storica, ma soprattutto come pedagogisti ma come in generale persone dobbiamo chiederci in fondo ogni giorno perché abbiamo deciso di vivere insieme. 
E il cuore del discorso di chiusura di Sihr e Bernardin è proprio questo, leggere ai bambini il numero più vario e possibile di storie di grande qualità, trasmettere loro una prospettiva storica, nel suo ampio senso del termine, una storia come un qualcosa di già accaduto e confrontabile, qualcosa che porti ognuno di noi alla vera critica sociale, il chiederci ogni giorno, in ogni azione in cui andiamo a fare, interagire, influenzare la vita dell'altro perché abbiamo deciso di vivere insieme. La critica sociale nasce da questo, dalla volontà di cambiare le condizioni del vivere insieme, nella capacità di ripensare una collettività capace di ripartire, approfittando di questo momento percepito come crisi per ridefinire le priorità. Per ridisegnare il mondo. 
E il mondo ridisegnato parte proprio da qui, dal bambino che sa leggere gli animali, o essere gli occhi della terra di Zaü, che con pochi tratti è capace di pensare il mondo, di darvi una chiave per leggerlo e riportarlo al bambino che lo guarda con voi. 

Ridisegnare fra cartaceo e digitale
Da persone come gli "ingegneri pedagogici" di Tralalere che con l'emozione negli occhi al piano superiore del Salone dove si svolge il Mïce, il Marché International et Interprofessionel de la Création pour Enfants, e raccontano nuovi progetti e sono gli stessi capaci di costruire i molti progetti per ridisegnare il mondo ogni giorno  che negli ultimi anni hanno creato ( provate ad andare a testare per esempio la vostra capacità di fare scelte sostenibili su ' potete anche farlo on line, piccolo esempio di democrazia) , o dai progetti presentati lo scorso anno al Mice dal Salon che molto anno di democratico e partecipativo. Toglietevi dalla testa il pregiudizio che i mezzi digitali siano isolanti, che manchino di partecipazione , che non facciano che isolare ulteriormente i ragazzi, e gli adulti: come sempre è il modo che fa l'abitudine. Se l'impressione è che i ragazzi tendano a chiudersi, la testa china sull'apparecchio di turno, magari in una età come quella adolescenziale in cui la socialità è al tempo stesso bisogno e sfida continua, è della generazione che gli ha dato la possibilità di avere questo mezzo fra le mani pensare delle possibilità invece di continuare ad avversare quella stessa tecnologia. Il salone lo scorso anno ci aveva presentato ben tre possibilità, anche quest'anno a disposizione dei visitatori di ogni età (va detto che il salone non essendo fiera di settore è aperto a chiunque), un tablet XXL, un Juke-box Ado e la BiblioConnection,  per chi volesse saperne di più rimando al post di Caterina Ramonda per Biblioragazzi. 
Uno degli editori che più si sono spesi nel lavorare con digitale commissionando progetti a  Tralalere sono Les editions de Bracques , ed è bello vedere che chi pensa con gli occhi in avanti al futuro del supporto per le narrazioni che realizza (le app sono anche in allegato al libro) dall'altro lato si prodighi a stampare quelli che sono dei punti di partenza per parlare coi bambini: uno dei libri di punta al salone di quest'anno è una sorta di piccola conversazione con Albert Jacquard,(qui trovate il bel ricordo di lui fatto a settembre da Latouche su comune.info) anzi un piccolo manuale di humanisme ad uso dei bambini come dice il sottotitolo, intitolato Dis-moi, Albert... grande quanto il palmo di una mano. 






Ridisegnare il mondo - luoghi comuni 
Poco più avanti un'altro stand che è un piccolo appuntamento annuale, le visioni, materiche o fotografiche, di Passage Pietons Edition. Una parte dei loro libri è da toccare, in scatole piccole, in contenitori da sigari, in carte particolari, altri invece colpiscono per la semplicità della veste, una collana discreta, che aperta, in un albo venti per venti, conserva la forza di un'inchiesta giornalistica. Spaziano, dallo stereotipo di genere al femminile alla convivenza umana. Complice questo filo rosso che guida il mio sguardo apro La terre est un seul pays. Il formato alterna fotografie evocative e fotografie tipiche del giornalismo d'inchiesta, la grafica si comporta allo stesso modo, frasi uniche intervallate da brevi brani. La resa è unica, la carta non patinata, la stampa volutamente povera ne fanno qualcosa che colpisce sino allo stomaco, sia che prendiate questo libro sul nostro esistere sulla terra che un 'altro di questi luoghi comuni, così è stata chiamata la collana.

Ridisegnare il mondo - coltivare giardini
Filo rosso guida i passi, per poi rincontrare i libri di Rue du monde, perdersi nella ricchezza di un catalogo capace davvero di portarti per le strade del mondo con la voglia costruire partecipazione e riaffermare diritti fondamentali. Una casa editrice che ha fatto proprio un lavoro di crescita del cittadino, senza ascoltare le voci sulle mode del mercato, ma capendo che è continuando a portare storie che diano la possibilità di immedesimarsi al bambino potremo crescere cittadini capaci di ascoltare, di comprendere nel senso etimologico del termine, del vivere se stessi e l'altro. Vi racconterei tre libri che oltre a quelli di Zaü e di Picouly-Novi mi hanno preso gli occhi. 
  Partir è la storia di un uccellino che ad un certo punto è scaraventato via dalla sua casa, dalla sua terra a causa di una catastrofe naturale:si ritrova in una terra sconosciuta, additato come straniero, senza capire nulla della lingua del paese che lo ospita: vive lo spaesamento del migrante. Il secondo è un libro di Clotilde Perrin dal titolo Au même instant sur la terre..un libro costruito a fisarmonica: 24 piegature vi raccontano la breve storia di 24 bambini: ogni storia accade in questo momento, ogni storia avviene però ad un'ora diversa del giorno. Se lo mettete su un piano e congiungete i due lati potrete fare un giro del mondo che vi racconta cosa sta accadendo: magia, siete in libro che vi racconta i fusi orari, ed anche questo è imparare a togliere la prospettiva egocentrica a cui siamo abituati. Il terzo è un libro che mi ha ricordato un esperimento cinematografico di una decina di anni fa, Film parlato, ed è intitolato Le livre qui parlait toutes les langues: la storia ad ogni pagina è narrata in francese ed in un'altra lingua, venti lingue raccontano insieme al francese questa storia al bambino, venti lingue raccontano una storia sulle storie, mischiando suoni ma soprattutto rendendo nel visivo la ricchezza della pluralità dei codici e della loro trascrizione. Viaggiare insieme è scoprire della stessa cosa lati diversi, se volete questo libro raccontato con altri occhi e in modo più approfondito è di nuovo qui a Biblioragazzi il nostro collegamento. Vi anticipo solo lo sguardo di denuncia in una tavola fatta per un articolo di giornale del suo illustratore, Fred Sochard. 
Volete una poesia? Laurent Corvaisier ha illustrato Il y a, poesia manifesto, parole di pace e denuncia di Apollinaire.

Ridisegnare il mondo è far rivivere il reale - luoghi per raccontarlo
Ridisegnare il mondo in quella prospettiva storica è prima di tutto insegnarlo. Lo è nella capacità di creare luoghi che per esempio ricordino la storia sociale densa di costruzioni collettive di una nazione.
Girando per Parigi potete incontrare una realtà ancora fortemente colonialista del Quai Branly, che pur essendosi di molto spogliato dell'impronta che aveva quando le sue collezioni era parte del Museo dell'uomo continua a puntare all'affascinazione dell'esotico (emblematica la differenza fra l'impostazione del Museo e la mostra sul rapporto fra Kaniak e immagine coloniale che ospita in un'ala in questi giorni). Dal 2009 però potete anche visitare quella che invece è una realtà di narrazioni sociali importanti: il Museo dell'Immigrazione della Porte Dorée
Nella parte dell'esposizione fissa salite una scala che vi racconta in una linea temporale la storia delle migranze e del concetto di cittadinanza in Francia, Arrivati al piano incontrate oggetti che vi iniziano a raccontare vite, storie, fotografie, pannelli luminosi che con un ottimo uso del materiale multimediale attraversano tutti i temi in cui si dividono le sale: dall'emigrare alle nuove sistemazioni, dal lavoro alla vita quotidiana, da una terra che accoglie a una Francia ostile. Persino on line potete visitare questi percorsi, o scegliere la risorsa che più vi sentite possa raccontarvene, i poster, le installazioni, gli oggetti, la fotografia, le cartoline, le vignette...



Vi viene offerta anche ricca offerta di proposte pedagogiche per vivere e visitare il museo. Dai piccoli ai giovani adulti, tutti percorsi ricchi e differenziati per tematiche e risorse che potete scaricare anche direttamente dal sito In una di queste parti potete anche scaricare alcune ottime bibliografie e filmografie sulla migranza.
Al piano inferiore una bella libreria e una mediateca con un settore ragazzi ampio, ben organizzato, dove i bambini possono fermarsi a leggere per tutto il tempo che vogliono, dove l'accesso agli audiovisivi è pensato anche alla loro misura, dove si trovano piccole perle di editori scelte con cura. È il caso ad esempio di un libro che rimane dentro come Sans Papier delle edizioni Escabelle, ora non più commercio. L'intuizione grafica è geniale, la bambina protagonista col papà di questo racconto è un'ombra, come lo sono i sans papier, un'ombra con una storia di illusione, di ferite, di perdita, con una voce bambina che racconta il suo nuovo sentirsi parte di una comunità, quello che impara a scuola, e i ciliegi e la vita e la morte delle poesie di Prevert. Una bambina che un giorno viene presa a scuola, portata al commissariato dove hanno portato il padre è messa su un aereo. Un po' come sembra accadere ai personaggi di Cécile. Il futuro è per tutti di Marie-Aude Murail (Giunti) finché non arrivano insegnanti come lei, o personaggi  belli come il ragazzo che le appare accanto, pronti a fermare tutto questo.
sans papiers - fotografie e bd a confronto
La mediateca offre punti internet, spazi con audiovisivi, riviste, una raccolta di poster, aree curate e materiale gratuito. Come spesso accade in Francia anche la parte delle graphic novel e del fumetto è ampia, il settore bande dessiné ricco di spunti, con un ottimo reparto di saggi sul rapporto fra immaginario e realtà sociale. Ed arriviamo alla seconda parte  delle esposizioni, la mostra temporanea è dedicata proprio a questo, al rapporto fra fumetto e immaginario di migranza: Albums des histories dessinées entre ici et ailleurs. Bande dessinée et immigration 1913-2013 Nell'approccio a questa mostra, fortemente pratica e pensata, quelle che si fondono sono storie immaginarie e reali, sono le storie di vita dei fumettisti, immigrati loro stessi. Più di quattrocento tavole, che spaziano dai creatori di Asterix a Shaun Tan, sono storie di vita, storie di vita da condividere, quelle dei genitori, dei nonni, fra i più conosciuti in mostra le tavole di Marjane Satrapi, ma anche il fumetto di uno spaccato di storia italiana-istriana Palacinche - Storia di un’esule fiumana (in Italia edito da Fandango Libri), scritto daCaterina Sansone e Alessandro Tota, autore fra gli altri di Yeti (Coconino Press/Fandango) dedicato alle storie di un gruppo di immigrati parigini. Si parla di diritti negati, di storie di partenze e abbandoni e ferite, di sans papiers e di amori spesso difficili, di radici. Anche solo seguendo i tratti vi si para davanti la ricchezza della diversità, vi è un raccontare surreale ed un graffiante, vi sono ampi spazi di cielo e graffiti di palazzi. Spazi, luoghi, immagini che entrano dentro e fanno i conti con ciò che vedono gli occhi del loro lettore, per regalare nuove chiavi per leggere il contemporaneo. Insieme. Altre risposte alla domanda di Alain.

Partendo avvolgo questo mio filo di pensieri in un gomitolo, guardo la Senna che regala un tramonto rosso acceso, sembra ricordarmi di essere forse l'altro capo del filo, acqua che poi finisce in mare, libera dai confini che gli uomini impongono. Quel rosso intanto rimbalza sui palazzi, colora case e graffiti della periferia, mondi ridisegnati ogni giorno da nuove generazioni.